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I 5+1 libri preferiti da BabyL da 12 a 18 mesi

I mesi passano, ma l’amore di BabyL per i libri continua (mi vedete fare i salti di gioia, vero?) e quindi, dopo avervi presentato i suoi 5(+1) libri preferiti da 0 a 12 mesi, ho pensato di fare una carrellata anche dei suoi libri feticcio da 12 a 18 mesi. Anche in questa fascia d’età ad avere maggior successo sono stati i libri che oltre alla storia propongono un’attività come ripetere rumori, scoprire figure, imitare movimenti e così via.

Senza ulteriori indugi, ecco i 5+1 libri preferiti da BabyL da 12 a 18 mesi:

Dalla testa ai piedi (Eric Carle)Pagine cartonate leggere, ma facili da girare, e colori sgargianti; a ogni giro di pagina troviamo rappresentato un animale che suggerisce un movimento (esempio, “Io sono una foca e batto le pinne.”) e un bambino che risponde entusiasta mimando lo stesso gesto. Con questo libro i bambini possono prendere dimestichezza con le varie parti del corpo dalla testa ai piedi, proprio come dice il titolo. E, se ci si mettono anche mamma e papà, le risate sono assicurate.

Prot (Leslie Patricelli)Un libro sulle scoregge. Per quanto mi riguarda tanto è bastato per convincermi a comprare questo volume della collana “Zero tre” edita da Franco Cosimo Panini. Ed evidentemente ho fatto centro perché sono quasi 9 mesi che non passa giorno senza che BabyL si diverta a sfogliare le pagine di “Prot”, non mancando mai di soffermarsi sulla pagina finale che riporta un excursus su tutti i rumori del corpo (singhiozzo, ruttini, sbadigli eccetera).

A caccia dell’orso (Michael Rosen e Helen Oxenbury) – E a proposito di libri che leggiamo ogni giorno da mesi, ecco anche il classico della letteratura per l’infanzia “A caccia dell’orso”, in cui una famiglia composta da mamma, papà, tre bambini e un cane decidono di affrontare un lungo viaggio per scovare un orso grande e grosso e alla fine, beh, semplicemente pentirsene. La particolarità di questo volume consiste nel fatto che è possibile leggerlo in modo ritmato, quasi fosse una canzone, e che, a ogni tappa del viaggio, corrisponde un rumore onomatopeico tutto da imitare. Consigliato dai 3 anni in su, in realtà è godibilissimo anche molto prima con una semplice accortezza: basta “accorciare” la lettura del testo presente.

L’uccellino fa (Soledad Bravi) – 120 pagine, formato 14x14x3cm, questo piccolo mattone è in grado di intrattenere i bambini a lungo grazie alle sue pagine coloratissime e ai tanti rumori che propone. Utilissimo per aiutare lo sviluppo del linguaggio, “L’uccellino fa” è fonte di scambio e gioco, di coccole e risate.
Un piccolo accorgimento, finché non sanno leggere da soli: gli spinaci non fanno “bleah!”, anzi… fanno “mmm, che buono!” 😬.

Dieci dita alle mani, dieci dita ai piedini (Mem Fox e Helen Oxenbury) Sono particolarmente affezionata a questo volume perché è stato il regalo che la biblioteca ci ha fatto, nell’ambito del programma nazionale “Nati per leggere”, al momento dell’iscrizione di BabyL. Lei aveva 3 mesi, io ero in pieno postparto e ogni volta che arrivavo a leggere la parte finale mi si incrinava la voce dall’emozione. Ok, aneddoto personale a parte, “Dieci dita alle mani, dieci dita ai piedini” è una filastrocca in rima che invita a rallentare e farsi le coccole e ha tanti aspetti positivi fra cui la varietà delle etnie rappresentate. Sfortunatamente le pagine non sono cartonate e il formato non agevola il bambino a girare le pagine da solo. Il consiglio sarebbe quello di farlo sfogliare solo agli adulti… sarebbe, perché se anche tu hai una creatura cocciuta come BabyL allora, beh, armati di tanta pazienza e un rotolone di scotch.

Manca ancora un po’ al secondo compleanno di BabyL, ma sono già a caccia di titoli da regalarle.
Genitori all’ascolto, aspetto i vostri consigli!

Le mamme sono noiose, i papà supereroi

La scorsa settimana, mentre io e il mio compagno stavamo facendo la spesa al supermercato, improvvisamente il salvatempo ha smesso di funzionare e, intanto che aspettavo che al punto informazioni ci resettassero l’infernale oggetto, ho fatto un giro nell’isoletta dedicata ai libri. Poiché per adulti ce ne sono veramente pochi e decisamente non del genere che piace a me, in circa 30 secondi mi sono ritrovata ad aggirarmi tra espositori e scaffali dedicati alla lettura per l’infanzia e qui ho avuto modo di vedere ancora una volta quanto la rappresentazione dei due genitori sia diversa. In breve, le mamme sono noiose, mentre i papà sono supereroi.

Ok, lo so, in 4 righe sono passata dalla spesa al supermercato ai libri a un’affermazione un po’ forte. Ora rallento e ti spiego: sono lì che guardo questi coloratissimi libri per bambini e, istintivamente, mi viene da allungare le mani per sfogliarli. Sfoglia di qua e sfoglia di là vedo i genitori rappresentati così:
la mamma mentre cucina brodetti, mentre si commuove guardando un disegno del suo bambino, mentre allatta e mentre consola, mentre fa la spesa e mentre riordina, mentre fa il bagnetto al bambino e lo porta ai giardinetti dietro casa. E, ovviamente, alla fine piazziamoci sempre una bella seconda gravidanza (guai mai a dire che una ti è bastata e avanzata…);
il papà mentre impasta la pizza, mentre racconta bellissime storie e mentre suona la chitarra, mentre gioca ai pirati col suo bambino e mentre lo porta in bicicletta, mentre gli insegna ad arrampicarsi e nuotare, mentre col figlio guarda i cartoni animati e mangia popcorn, mentre passano una serata in tenda sotto le stelle.

Sono rimasta allibita circa 20 secondi e poi mi è salita la rogna: perché la mamma può essere solo doveri, cura e consolazione, mentre il papà è tutto divertimento e spensieratezza? Perché a suonare la chitarra o a fare un’attività “spericolata” non è la mamma mentre a fare la spesa o il bagnetto ci pensa papà? Perfino quando a prima vista fanno la stessa cosa, ovvero cucinare, la mamma riesce a essere il genitore palloso che offre il minestrone mentre il papà è il genitore divertente che mette in tavola una bella pizza fumante.
Quando smetteremo di proporre ai bambini questo modello di società stereotipato, involuto e, voglio credere, nella realtà superato? Quando la società smetterà di fare pressioni alle donne affinché si conformino/appiattiscano a una visione che definire troglodita è fargli un complimento? Quando invece tutti insieme daremo il giusto rilievo all’importanza di distribuire equamente i compiti “noiosi” all’interno della coppia cosicché anche le mamme possano essere “divertenti”, proprio perché a quel punto potranno avere il tempo di esserlo?
Certo, ovviamente andando nelle librerie per ragazzi, quelle un po’ di nicchia che ancora si trovano qui e là, o facendo ricerche approfondite su internet si trovano libri con rappresentazioni dei genitori più varie e variegate, ma non sarebbe bello se, finalmente, anche nei luoghi di cultura di massa, come può essere l’isola dedicata ai libri che si trova all’interno dei supermercati, fosse disponibile qualcosa di più che la visione totalmente banale e superata dei genitori? Cosicché, magari, anche la zia Adelina di turno, che al supermercato ci compra i regali di Natale, riesce a fare una cosa buona.

Ci sono tante domande in questo post e, purtroppo, non ho la risposta a tutti questi interrogativi. Quello che so è che io e il mio compagno siamo lontani da questa rappresentazione e non potrei esserne più felice. Siamo magari ancora lontani da quello che definirei un ottimo (ché il perfetto non esiste proprio) e magari ne parleremo più avanti (hello, carico mentale). Ciò che spero è che mia figlia, ripensando alla sua infanzia, mi ricordi tanto per le volte in cui l’ho curata e coccolata quanto per le volte che abbiamo fatto qualcosa di divertente insieme. E spero anche saprà che un uomo che cambia un pannolino non è né demascolinizzato né, al contrario, un supereroe meritevole di lodi: è soltanto un papà che cura la creatura che ha desiderato e a cui ha donato la vita. Di sicuro noi ci stiamo impegnando con l’esempio per trasferirle questa consapevolezza.

PS
Tra l’altro, e questo è un gran peccato, sarebbe bastato mescolare un po’ le pagine per avere un prodotto più realistico e meno anni ’50. Un pizzico in più di coraggio, case editrici, un pizzichino.

PPS
Libri di grammatica italiana che riportate ancora frasi come “la mamma stira le camicie” spero non esistiate più. E, se esistete, sappiate che sarete i prossimi a essere oggetto del mio disprezzo.

Cosa pensi di questa rappresentazione dei ruoli genitoriali? Credi sia ancora attuale o, invece, anche secondo te è superata?

Leggere insieme ai bambini è come fargli un regalo tutti i giorni

Prendere spunto da conversazioni e scambi di opinioni avuti con altre mamme (on e offline) è una cosa che mi piace e mi stimola tanto. In questo caso mi regala anche l’opportunità di parlare di uno dei miei argomenti feticcio: la lettura. Nelle ultime due settimane mi è capitato infatti di confrontarmi con altre mamme per capire come sfangare la fine di questo luuunghissimo inverno; cose come che attività proporre in casa quando il maltempo imperversa, come contenere, smorzare, incanalare l’inesauribile energia e curiosità tipica dei bambini piccoli che, prima che arrivi ora di cena, finisce irrimediabilmente per far assomigliare la casa a una discarica (mentre tu ormai faresti la tua porca figura come comparsa in The Walking Dead e senza passare dal reparto trucco&parrucco, ma questa è un’altra storia). Pensando alle mie giornate ricche di lego sparpagliati per casa, palline assassine che sfrecciano in ogni direzione sempre pronte a finire sotto un piede e vibranti proteste perché no, non apriremo tutti i cassetti della cucina solo per sbriciolare cracker sul pavimento, mi sono resa conto che in tutto questo enorme casino ci sono dei momenti a bassa tensione, diciamo così. Sono i momenti in cui il gioco è leggere libri: la lettura può essere infatti tranquillamente annoverata fra le attività quotidiane di BabyL e non come cosa imposta da me, ma come un qualcosa che è la bambina stessa a ricercare. Quasi tutti i giorni, infatti, mia figlia, a più riprese durante la giornata, va a scegliere in autonomia un librino dal suo scaffale e, o si mette a sfogliarlo da sola o lo porta a mamma/papà/nonni per farselo leggere. Quando lo dico c’è sempre qualche mamma un po’ sgomenta che mi chiede: “Ma come hai fatto?”

Questo, chiamiamolo così, interesse per l’oggetto libro non è arrivato “per caso”, nè dal giorno alla notte: abbiamo iscritto BabyL alla nostra biblioteca comunale di riferimento quando aveva tre mesi e nel corso dell’anno successivo l’abbiamo portata a svariati incontri organizzati proprio dalla biblioteca all’interno del programma nazionale “Nati per Leggere”. Sicuramente anche il fatto che ci siano sempre libri sui nostri comodini e che ci veda maneggiarli aiuta: si sa, i bambini imparano principalmente per imitazione. Inoltre, mi piace investire tempo (e denaro) nella ricerca di libri adatti all’età di BabyL che siano interessanti, cioè che oltre alla storia in sé propongano un’attività come ripetere rumori, scoprire figure, imitare movimenti e così via, in modo da aumentare il suo coinvolgimento.
E no, l’interesse per i libri non trova certo radici nell’indole di mia figlia: BabyL non è una bambina pacata che ama i giochi statici o che si perde delle mezze ore su qualcosa. Tanto per darti un’idea, il suo soprannome è “Unna”, intendendo esattamente un membro del popolo di Attila data la calma e la delicatezza con cui affronta qualsiasi cosa. Eppure, quando arriva il momento “libri” possiamo contare su una piccola parentesi di gioco più o meno tranquillo. BabyL rallenta e si concentra su una sola cosa, il che permette anche a noi genitori di riprendere fiato. Se siamo fortunati la parentesi dura anche 10/15 minuti e chi ha bambini piccoli in giro per casa sa che un quarto d’ora di baby-tempo in realtà equivale a circa un secolo su un orologio regolamentare.

A-ha, starai pensando, è per questo che hai introdotto BabyL alla lettura, madre degenere che non sei altro! No, non è per questo: diciamo che è un bonus molto apprezzato, non previsto e soprattutto per gioco tranquillo intendo che comunque, la maggior parte delle volte, finiamo per tirar fuori tutti i libri, leggiamo un po’ di uno e un po’ dell’altro saltando di palo in frasca, il tutto mentre scorrazziamo allegramente avanti e indietro per il salotto, facendo i versi degli animali rappresentati o imitando le azioni descritte sui libri. Sto divagando, ma ci tengo a dirlo: mica avrete pensato che improvvisamente bimbi di 18 mesi potessero comportarsi come adulti, no?

Tornando a noi, ho introdotto mia figlia alla lettura fin da quando aveva pochissimi mesi perché, come chi mi segue da un po’ già sa, credo fortemente nel potere della letteratura di aprire mondi inesplorati dentro di noi, di insegnarci a pensare in modo critico, di imparare ad accogliere diversi punti di vista, di riflettere e portare alla luce cose che abbiamo dentro e che neanche sapevamo fossero lì. E sì, sono tutte cose che fanno anche i libri per bambini, specialmente se noi genitori ci prendiamo il tempo di sederci di fronte al nostro bambino, di concentrarci solo ed esclusivamente su di lui e sulla lettura, arricchendola con descrizioni delle figure, facce buffe e gesti d’affetto e accogliendo tutti gli spunti che il nostro bambino riesce a restituirci.

Tutto questo per dire due cose: la prima è che l’interesse per i libri può essere acceso in tutti i bambini, indipendentemente dalla loro indole. La seconda è che spetta a noi far scaturire la prima scintilla. O per dirla con un’altra metafora, l’amore per la lettura è un semino che noi genitori possiamo piantare, che dobbiamo annaffiare con costanza, cui dobbiamo dedicare tempo e attenzioni e che poi un giorno potrà sbocciare sotto forma di una capacità di attenzione maggiore, di grande immaginazione, di curiosità verso il mondo e gli altri. Il che non può essere che un enorme regalo che ciascun genitore può fare al proprio figlio.

E se non ti fidi di me, fidati delle ricerche scientifiche!
Sul sito di Nati per Leggere trovi il decalogo dei buoni motivi per leggere insieme al tuo bambino.