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Le letture della primavera 2023

Dato che, come si suol dire, slow and steady wins the race, ho fatto mio questo motto anglosassone e, pian pianino ma con costanza, sono andata avanti con le mie letture, compatibilmente con il tasso di sonno mortale che continua ancora a essere una costante della mia vita da (non più tanto neo) mamma. Complici anche due pescate di rilievo al gruppo di lettura, i mesi primaverili hanno visto un alternarsi di nomi già conosciuti, ma che non sempre sono stati all’altezza della loro fama:

Invisibile (Paul Auster) – Quinto libro di Auster per la sottoscritta e, ancora una volta, sono rimasta affascinata dalla complessità torbida che il caro Paul riesce a dare ai suoi personaggi e alle vicende che racconta. Tormento è una parola che, in varie sfumature e accezioni, ben si accompagna alla produzione letteraria di questo autore. “Invisibile” non fa eccezione e con le sue 4 sezioni (che seguono l’andamento delle stagioni), raccontate ogni volta da una diversa voce, ci regala una storia di cui, alla fine, non sarà possibile non dubitare…

Il tempo di tornare a casa (Matteo Bussola)Quante vite, quante persone, quante storie si intrecciano ogni giorno in una stazione qualunque mentre si sta aspettando un treno? A partire da questo ambiente così prolifico di incroci Matteo Bussola tesse un arazzo di storie molto diverse tra loro eppure in qualche modo collegate dal tempo sospeso dell’attesa in stazione. Perfetto e forse già pensato per una trasposizione sul grande o sul piccolo schermo, mentre si legge questo libro si ha anche quasi la sensazione di vederlo. Personalmente, mi ha un po’ perso per strada; avrei preferito qualche storia in meno e qualche approfondimento in più su alcuni degli episodi raccontati.

L’amore fatale (Ian McEwan) – Se Auster non mi ha tradita, qua McEwan mi ha invece un po’ lasciato con l’amaro in bocca. Tra un episodio di grande impatto in apertura di libro che però nulla aggiunge allo sviluppo successivo della vicenda, un personaggio femminile alquanto odioso, uno maschile che, a un certo punto, vorresti anche dargli una pacca sulla spalla da quanto si complica la vita da solo, a diverse incongruenze logiche sparse qui e là, “L’amore fatale” è ad ora il peggior McEwan in cui io sia incappata. Certo, uno scivolone può capitare a tutti, ma da McEwan sono abituata a pretendere di meglio.

Tre piani (Eshkol Nevo) – Dopo aver letto “La simmetria dei desideri“, mi era rimasta addosso una gran voglia di fare un secondo incontro con Eshkol Nevo e, ci ho messo sì 3 anni, ma l’attesa è stata del tutto ripagata. Diviso in tre diverse storie, una per ciascun piano di una palazzina borghese ubicata in una zona residenziale vicino Tel Aviv, “Tre Piani” punta la luce su cosa avviene oltre la cortina di apparente tranquillità e perfezione e svela la complessità, la crudezza e l’inquietudine che fa parte dell’esperienza umana. Infine, va detto che Nevo ha un gradissimo pregio: in poche pagine riesce a dare vita a personaggi profondi, psicologicamente molto dettagliati, squisitamente umani.

La ferrovia sotterranea (Colson Whitehead) – Altro romanzo, altro nome già conosciuto e altro Premio Pulitzer per Colson Whitehead. Prendendo spunto dalla rete clandestina di militanti antischiavisti che, nell’Ottocento, aiutava gli schiavi neri a fuggire dalle piantagioni del Sud agli stati liberi del Nord, “La ferrovia sottorranea” si inserisce in quel filone di letteratura che testimonia la brutalità del razzismo e delle leggi schiaviste, della politica malata e della distorsione della parola religiosa, di tutti quegli elementi che hanno permesso che per un lungo, lunghissimo tempo, si consumasse una delle più gravi tragedie della storia dell’umanità. Appassionante, sconvolgente, a tratti da nodo allo stomaco, ma assolutamente imperdibile. Da questo romanzo è stata tratta una miniserie esclusiva Amazon Original.

Il segreto di Medusa (Hannah Lynn) – Ma ho mai confessato su questo blog di essere una grande estimatrice di mitologia? Ebbene sì, subisco il fascino della mitologia greco-romana fin dai tempi delle elementari ed ecco perché, ogni tanto, mi ritrovo con in mano libri che, in un modo o nell’altro, ne trattano. Nel caso de “Il segreto di Medusa” siamo ben lontani dai classici della letturatura latina e, ahimè, anche da romanzi come “Circe” di Madeline Miller che ho letto la scorsa estate. Mettiamola così: questo libro è senza infamia e senza lode e benché io abbia apprezzato il tentativo di reinquadramento della figura di Medusa, vi è troppo poco approfondimento psicologico del personaggio per fare della sua storia qualcosa di memorabile. Come target di lettori, direi più young adult che adult e basta.

Come sempre, ora la palla passa a te!
Cos’hai letto di bello durante questa primavera ormai agli sgoccioli?

Le letture di giugno-luglio 2020

Il 2020 è il primo anno da un bel po’ di tempo che mi ritrovo a leggere solo ciò che io stessa scelgo per me, ma per rendere giustizia allo spirito dei miei cari gruppi di lettura, che spero vivamente di riprendere a settembre, anche per questa prima parte dell’estate ho puntato su libri molto diversi fra loro per stile, tematiche affrontate e genere narrativo. Come nella migliore delle tradizioni, ecco che, puntuale, arriva il resoconto delle mie letture degli ultimi due mesi:

A neve ferma (Stefania Bertola) – Ormai mi conosci, dopo un po’ di letture impegnative ho bisogno di staccare e passare a qualcosa di più leggero. È con questo spirito che ho preso in mano “A neve ferma” di Stefania Bertola, libro che il caso mi ha regalato all’ultima pesca dei libri di Natale organizzata da uno dei miei gruppi di lettura. Devo dire che ha assolto il suo compito senza, purtroppo, aggiungere altro. Questo romanzo è l’equivalente di una canzone “ear candy”.

Stupore e tremori (Amélie Nothomb) – Che la cultura giapponese sia lontana anni luce dalla nostra è un fatto risaputo. Che capirla sia estremamente difficile, anche. Eppure, attraverso l’alienante racconto autobiografico che Amélie Nothomb fa del suo anno di lavoro presso una multinazionale nipponica, il lettore scoprirà alcuni dettagli sconcertanti sull’educazione giapponese che, forse, permetteranno di mettere meglio a fuoco i protagonisti dei romanzi di Murakami, Yoshimoto eccetera.

Le cosmicomiche (Italo Calvino) – Solo io so quanto odio “Il barone rampante”, romanzo che per tre volte ho iniziato, senza mai finirlo. Tuttavia, mi sembrava piuttosto ingiusto giudicare Calvino a partire da un unico libro e così, nel mio ultimo giro in biblioteca, ho preso in prestito “Le Cosmicomiche”. Ho solo una cosa da dire: leggilo! I dodici racconti che compongono questo volume sono uno più brillante dell’altro e raccontano, in modo divertente e surreale, storie che hanno a che fare con il tempo, lo spazio e l’evoluzione (da qui il titolo “Cosmicomiche”). Non solo, molte delle tematiche toccate sono ancora oggi attuali, il che rende Calvino uno scrittore veramente geniale. Mi toccherà di dare un’altra chance a quel maledetto barone…

Chi è morto alzi la mano (Fred Vargas) – Si può non leggere almeno un giallo in estate? La mia risposta è no e, quest’anno, su consiglio di una cara amica, ho scelto di leggere “Chi è morto alzi la mano” di Fred Vargas. Niente commissario Adamsberg in questo romanzo, bensì tre storici “evangelisti”, alle prese con un caso intricato e misterioso. Se il titolo ti solletica e sei in cerca di un giallo da leggere sotto l’ombrellone, questo potrebbe fare al caso tuo.

La lezione di anatomia (Philip Roth) – Il terzo volume della quadrilogia di Nathan Zuckerman si apre con una frase con la quale, almeno secondo me, è impossibile non trovarsi d’accordo: “Ogni uomo, quando è ammalato, ha bisogno della mamma”. Il graffiante, ma ahilui molto sensibile, Zuckerman si ritrova ancora una volta schiacciato dal peso del suo talento; un peso che, forse, è alla base di uno strano quanto annichilente dolore che gli paralizza collo e spalle e che gli impedisce di continuare a scrivere. La spasmodica ricerca di una motivazione a questo dolore spingerà il protagonista verso nuove forme di estremismo.

La simmetria dei desideri (Eshkol Nevo) – Benché questo libro mi sia stato regalato per il mio compleanno, a dicembre scorso, ho aspettato di essere in riva al mare per iniziare a leggerlo. Tutta colpa della copertina che ritrae quattro ragazzi nell’atto di tuffarsi da una scogliera; eppure, sono stata contenta di aver aspettato perché anche le vicende del romanzo prendono il via da un tipico momento estivo, i Mondiali di Calcio. “La simmetria dei desideri” è un libro che parla di sentimenti veri e profondi e dell’imprevedibilità della vita. Sullo sfondo della prima e della seconda Intifada (sulle quali, a questo punto, voglio leggere di più), i destini dei protagonisti continueranno a intrecciarsi in modo indissolubile.

Un’ultima stagione da esordienti (Cristiano Cavina) – Proseguendo con quella che evidentemente è la mia estate calcistica, mi sono imbattuta in questo romanzo ambientato nella mia regione di origine, l’Emilia-Romagna. A prima vista “Un’ultima stagione da esordienti” potrebbe sembrare un libro per ragazzi, ma più ci si addentra nella lettura più si capisce che il tono nostalgico con cui vengono raccontate le avventure di una squadra di tredicenni alle prese con il torneo esordienti della bassa romagnola è indirizzato a un pubblico più maturo. Divertente, in qualche modo simile al Benni di Bar Sport, questo romanzo mi ha fatto ridere di gusto. E se è piaciuto a me che con il calcio giocato ho ben poco a che fare, non posso che consigliarlo a tutti coloro che invece sui campi di calcio hanno preso le loro brave tacchettate nelle tibie.

E tu, cosa hai letto nella prima metà di questa estate?